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“Scoprirsi” in spiaggia e come sentirsi al proprio agio

Pronti per la prova costume? “Sono troppo grasso, troppo magro, troppo pallido, ho il seno troppo grosso, troppo piccolo, ho troppa cellulite, ho troppo poca massa muscolare…”. Per chi si fa davvero la prova costume? E perché?

La prova costume si può definire come una metafora per indicare un confronto con sé stessi, come lo sono i buoni propositi a Capodanno. Davanti a un momento bello e speciale come possono esserlo una vacanza al mare, il Natale e il Capodanno, cominciamo ad avercela con noi stessi perché ci lasciamo andare maggiormente, festeggiando, mangiando e bevendo di più. Un momento gioioso può essere rovinato perché iniziamo a sentire di non andare più bene, di non essere adeguati e dobbiamo in qualche modo ricorrere ai ripari anche se ormai è “troppo tardi”. Ma troppo tardi per chi? Trascorriamo il momento in cui potremmo finalmente rilassarci e festeggiare mettendo già in programma gli obiettivi successivi: “a settembre comincerò a…, a gennaio smetterò di…”, etc. Un momento bello, per cui abbiamo lavorato, studiato e che abbiamo atteso si trasforma in un evento stressante.

E se non bastasse poi c’è la vacanza, il viaggio, il mare e la spiaggia! Per molte persone andare in spiaggia può non essere così rilassante. Ci sono i genitori e i nonni che portano i più piccoli in spiaggia e devono restare vigili tutta la giornata per controllare che tutto vada bene. Ci sono anche persone che soffrono molto il caldo o il sole e preferiscono stare tutto il giorno sotto l’ombrellone. C’è chi ha paura delle meduse e molte altre persone che per svariati motivi non si godono così tanto il mare. Ma oggi vi vorrei parlare di un altro disagio: il momento in cui ci si deve scoprire in spiaggia mettendosi in costume davanti a tutti, camminando sulla sabbia e tra le sdraio, sentendosi inadeguati.

man in blue shirt standing on seashore near boy in white hat

E qui torno sulla mia domanda iniziale: “per chi si fa davvero la prova costume e perché”? Mi permetto di dire che la prova costume è una prova con noi stessi. Noi in primis non ci piacciamo e vediamo tutti i nostri difetti. Noi in primis guardiamo gli altri e vediamo tutti i loro difetti, ma soprattutto guardiamo le persone che, per noi, di difetti non ne hanno. Comincia così la paura, l’ansia e il sentirsi inadeguati. Rinunciamo per questo a farci un bel bagno, soffriamo il caldo tenendo su magliette e copricostumi e non ci divertiamo per paura di essere “osservati”, quando in realtà siamo solo noi ad osservarci. Ed è un peccato se questa osservazione finisce in un “self-talk” negativo. Sarebbe bello se dessimo un nuovo significato allo “scoprirsi in spiaggia”, non letterale ma diverso: scoprire i lati positivi e belli che possono esserci d’aiuto per non concentrarci sui dettagli meno belli, poco attraenti del nostro corpo. Bisogna sempre ricordarsi che i dettagli sono solo alcuni degli aspetti che ci definiscono.

man and woman walking on seashore

Ecco 5 tips per “scoprirsi in spiaggia” e sentirsi a proprio agio:

  1. Siamo unici e irripetibili. Non c’è un’altra persona al mondo uguale a noi, quindi, non ha senso paragonarsi ad altri, né fare confronti. Durante la nostra vita abbiamo a che fare con noi stessi. Più ci rendiamo difficile la vita, più soffriamo, e questo vale anche per come guardiamo il nostro aspetto.
  2. Quando si è al mare si fa movimento. Se ci sono aspetti che non ci piacciono a livello fisico, il mare e la spiaggia sono i posti ideali per cominciare a fare del movimento che magari continueremo a fare anche a settembre; si può giocare a beachvolley, fare jogging, giocare a ping-pong. Tutte attività che distraggono dagli aspetti fisici che non sono graditi, perché ci si trova in uno stato di “flow” e ci si dimentica un attimo di tutto. Nuotare può essere un’alternativa: andare in acqua a prendere il sole invece di rimanere sulla spiaggia e fare movimento in mare;
  3. L’acqua inoltre è nostra amica nel caso in cui ci sentiamo in imbarazzo a scoprirci perché ci copre in modo naturale. Non c’è niente di male nello stare coperti! Se inizialmente non riusciamo a togliere la maglietta, il pareo o il copricostume, no problem! Ci sono dei capi che ci permettono comunque di stare leggeri senza soffrire troppo il caldo. Se inizialmente abbiamo bisogno di queste misure va bene perché la cosa più importante è sentirsi a proprio agio. Successivamente potremo prendere un po’ di coraggio e superare pure questo ostacolo. Nessun ci guarda! Siamo convinti che gli altri ci guardino e osservino ogni volta che arriviamo in un posto: non è vero.
  4. Dobbiamo ricordarci che la maggior parte delle persone sono concentrate su loro stesse, nel bene e nel male. Non sono interessate a chi hanno accanto e se ci stanno osservando stanno facendo esattamente come noi, stanno vivendo le nostre stesse difficoltà e preoccupazioni. L’amico o l’amica che si permette di dirci qualcosa probabilmente ha le sue insicurezze e quindi la verità è che dobbiamo stare tutti tranquilli!
  5. Rilassiamoci tutti! Una volta capiti questi meccanismi, lasciamoci andare. Ricordiamoci che siamo al mare, non a un campo di lavoro, in fabbrica, in ufficio, a scuola o all’università. Dovrebbe essere un momento rilassante perché finalmente possiamo riprenderci da un periodo di grande impegno. Facciamo delle pause, delle camminate, chiacchieriamo con i nostri vicini di sdraio, approfittiamone per dormire un po’ in spiaggia e leggere un bel libro: pian piano, lo stress sui “difetti” del nostro corpo sarà un lontano ricordo. Dobbiamo scoprire e ricordarci che siamo persone libere e valide! Buon mare!

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Liesbeth Elsink

Psicologa laureata in Psicologia Clinica. Condivido su questo sito opinioni, suggerimenti, consigli, idee e motivazioni collegando il campo della psicologia con le persone.

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