A livello biologico, lo stress è prodotto dal cervello in risposta a stimoli reali o
immaginari ed è neutro (quindi né negativo, né positivo). Provare stress è un
indicatore di “allarme” o semplicemente un “campanello”, che ci serve ad entrare in
allerta. Le risposte fisiologiche allo stress aiutano a proteggere il corpo il cervello
dai pericoli che lo hanno innescato. La risposta da stress è la reazione coordinata a
stimoli minacciosi e ha le seguenti caratteristiche:
- rifiuto patologico di affrontare la situazione
- aumento della vigilanza e dell’attivazione mentale;
- attivazione della divisione simpatica del sistema nervoso autonomo;
- rilascio di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali.
Sappiamo tutti che lo stress negativo può avere effetti nocivi insidiosi e a volte può
diventare cronico. Ne parlo sul mio profilo Instagram indicando 5 consigli su come
affrontarlo.
Lo stress induce il rilascio dell’ormone steroideo cortisolo dalla corticale surrenale.
Il cortisolo viaggia verso il cervello attraverso il flusso sanguigno e si lega ai
recettori del citoplasma di molti neuroni. I recettori attivati viaggiano verso il nucleo
cellulare, dove stimolano la trascrizione genica e la sintesi proteica. Il cortisolo
ottimizza la capacità del cervello nell’affrontare lo stress, aiutandolo a trovare il
modo di evitarlo!
Dove sta allora il fatto che lo stress può essere anche positivo?
1) Avere a che fare con lo stress è inevitabile, ma è molto positivo che il nostro corpo
risponda prontamente per affrontare quello negativo. Ognuno risponde in modo
diverso e soggettivo allo stress e percepisce in maniera differente gli eventi : già essere consapevoli che si può rispondere allo stress in maniera automatica è un’ottima notizia.
2) Un evento percepito come stressante da una persona non lo è per forza per
un’altra: ci sono individui che si sentono stressati in molte situazioni, vedendole
come eventi minacciosi, e altri che non le percepiscono minimamente come
stressanti. Ci sono però alcuni eventi che generano per tutti effetti simili: esami,
eventi sportivi e concerti, per esempio, provocano spesso la sensazione di farfalle
nello stomaco, i crampi nella pancia e la tachicardia. Questi eventi sono fonte di
un’agitazione fuori dal normale e possono essere molto stressanti, ma sono
altrettanto positivi perché in quel momento il nostro corpo sa che cosa fare,
escludendo tutto il resto. Il nostro cervello, che comanda il corpo, riesce a farci
concentrare al massimo, dimenticare per un attimo tutto il resto e a farci eseguire
delle prestazioni non saremmo capaci di fare senza quella fonte di stress, con esiti
e risultati possibilmente positivi. Chi sa gestire questo stress in modo corretto avrà
dei risultati migliori. È quindi molto importante saper riconoscere questa forma di
stress e avere degli strumenti per affrontarla nel migliore dei modi perché è molto
utile!
3) Lo stress può diventare un nostro alleato perché ci racconta tanto su di noi: può
essere un maestro, una guida. Vi faccio un esempio: siete in coda nel traffico e
cominciate ad agitarvi perché state facendo tardi e la macchina davanti a voi è
molto lenta, di conseguenza cominciate a suonare il clacson e a inveire; questo
momento può diventare molto utile per fermarvi un attimo a pensare: “Ma io come
sto reagendo a una situazione “stressante” che però non posso cambiare?”. Un bel
momento di autovalutazione che vi potrebbe distrarre dalla rabbia, trasformando
l’energia sprecata a stare male in una riflessione su di voi (l’investimento in se
stessi è sempre buono in questi casi).
Deviando la nostra attenzione, lo stress diventa un alleato perché ci fa essere più
flessibili. In un’occasione del genere dobbiamo accettare la situazione (tanto la
coda non si scioglierà con il pensiero), fare qualcosa di diverso (creatività),dedicare tempo a noi stessi e ai nostri pensieri (che spesso non abbiamo) e diventare più flessibili a gestire quel momento (mentre magari si ascolta un po’ di
musica). Ditemi se non è positivo!
4) Lo stress è un segnale: quando qualcosa accade nel corpo o nella nostra testa
lo sentiamo e ci agitiamo. In Pochi minuti dopo i primi sintomi si può possono
analizzare i punti nel corpo dove si sta intensificando il formicolio, il dolore e
l’agitazione. Grazie allo stress ce ne rendiamo conto (altro fattore positivo!) e
nell’attesa, mentre stiamo andando da qualche parte, possiamo usare quel tempo
per fare degli esercizi di respirazione, che vengono spesso usati nella pratica della
Mindfulness. È oramai dimostrato che la respirazione consapevole è un metodo
immediato per ridurre istantaneamente lo stress. Quindi anche in questo caso lo
stress è in realtà positivo perché il nostro corpo ci allerta così da farsi ascoltare
quando spesso noi non lo facciamo.
5) L’eustress (eu, dal greco “bene”) è quindi un “motivatore” nei momenti in cui ci
troviamo ad affrontare compiti che richiedono una risposta a breve termine. Per
riuscire a completarli dobbiamo essere in qualche modo “spinti” e lo stress ci aiuta
obbligandoci ad agire. Le persone che riconoscono i segnali dello stress riescono
meglio a “diventarne amiche” per poter collaborare insieme (“So che mi sento così
perché devo finire questa cosa, adesso lo faccio”), coloro che non ci riescono
tendono a procrastinare e a evitare le situazioni stressanti, a scappare, ad
arrabbiarsi davanti al compito richiesto. L’eustress diventa in questo caso una forte
forma di distress (stress negativo).
Per evitare il distress e cogliere il momento del “dovere e quindi fare subito” il mio
consiglio è quello di cominciare a fare un compito per soli 10-15 minuti. Bisogna
guardare l’orologio e ci si deve dire: “Faccio quella cosa che mi sta stretta ma dopo
10-15 minuti posso fermarmi”. Può essere qualsiasi cosa che sia per voi fonte di
stress perché, come abbiamo detto, la percezione dello stress è molto soggettivo.
Chi è in un momento di distress può addirittura fare fatica a fare il letto, vestirsi, etc.
Quindi bisogna cominciare con una cosa sola e premiarsi quando l’abbiamo fatta.
Anche questo è un modo per fare diventare lo stress sempre più positivo. E magari
a un certo punto non ce ne rendiamo più conto, perché gli indicatori di stress si
trasformano in motivazione a fare ancora di più.
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Fonte: Neuroscienze, Esplorando il cervello, Bear, Connors e Paradiso